La parola “vernacolo” deriva dalla parola latina “vernāculus”, il cui significato equivale a “nativo” o “indigeno”. Il vernacolo è il modo in cui le persone comuni parlano tra loro in contesti non formali. Una lingua volgare, ovvero il “dialetto non standard”, è un dialetto nativo o una forma di discorso tra persone specifiche o di una regione specifica. 

Queste lingue sono anche conosciute come “lingue etniche” e sono maggiormente parlate piuttosto che scritte, tipiche di una determinata società. Nel corso dell’Impero Romano, i non nativi di varie parti del mondo parlavano il latino perché non potevano imparare ogni lingua parlata dai nativi nell’impero e quindi, questa situazione fece sì che il latino diventasse una “lingua franca” e tutte le altre “lingue volgari” o “vernacolari”.

Differenze tra una lingua volgare e una lingua franca

A differenza del vernacolo, la lingua franca o “veicolare” è un linguaggio che viene utilizzato quando le persone che parlano dialetti volgari diversi vogliono comunicare tra loro. Questa lingua è anche conosciuta come “lingua ponte”, una lingua comune e commerciale che consente di fare interagire tra loro varie etnie. In un paese come il Kenya, ad esempio, ci sono molte lingue vernacolari utilizzate da diversi gruppi etnici ma l’inglese e lo swahili sono le lingue ufficiali di terzi gruppi etnici che usano per comunicare.

L’uso della lingua franca, per rappresentare una lingua, sembra risalire alla metà del 1600, diffusa per lo più per favorire la comunicazione economica, politica e sociale. La lingua vernacolare di solito rappresenta la lingua madre di una comunità, mentre quella franca spesso è molto più diffusa, al di là delle frontiere della comunità originale. Questa diffusione fa sì che la lingua franca possa essere utilizzata come seconda lingua per le comunicazioni interculturali. 

Diffusione di lingue vernacolari

Man mano che le popolazioni si sviluppano e le società diventano diverse, anche le lingue subiscono un’evoluzione. Durante la Riforma, i cristiani hanno svolto un ruolo importante, nella diffusione dell’utilizzo delle lingue vernacolari, traducendo la Bibbia dal latino nelle lingue vernacole come olandese, francese, spagnolo, tedesco e inglese.

La maggior parte di queste lingue vengono oggi utilizzate come lingua franca, in giro per il mondo, per via della colonizzazione e della globalizzazione. Si dice che Galileo Galilei fosse stato uno dei primi a utilizzare le lingue vernacolari quando scriveva in italiano nel 1600, nonostante il latino fosse la lingua ufficiale.

Nel 1704 anche Isaac Newton scrisse in inglese Opticks, considerato successivamente un volgare. Mentre le persone continuavano a comunicare nel commercio, nella religione, le lingue vernacolari si diffondevano in Europa e in altre regioni del mondo, diventando una lingua franca e mantenendo il proprio status vernacolare nella comunità di appartenenza.

Esempi di lingua vernacolare

Una lingua vernacolare come abbiamo detto, si riferisce alla lingua o al dialetto parlato dalle persone che vivono in un paese o in una regione. Il volgare è, quindi, la tipica “lingua madre” solitamente parlata in modo informale, piuttosto che scritto, considerata uno status inferiore rispetto alle forme verbali codificate. Può variare a seconda delle varietà linguistiche più prestigiose, poiché il volgare può essere di registro stilistico distinto, un dialetto regionale, un socio-dialetto o una lingua indipendente.

Vernacolo è un termine che identifica una varietà di discorso, generalmente usato per riferirsi a una lingua o dialetto locale, distinto da ciò che viene considerato come lingua standard. Il volgare è, pertanto, in contrasto con forme linguistiche più prestigiose come l’idioma nazionale, il letterario, il liturgico o lo scientifico o una lingua franca, utilizzata per facilitare la comunicazione.

Per quanto riguarda l’Italia esistevano diverse lingue vernacolari prima che il latino si diffondesse nel Paese:

  • i calabresi e pugliesi parlavano il greco;
  • in Lazio e in tutti i territori intorno a Roma, il latino era usato come prima lingua volgare materna e comune;
  • in Toscana e Liguria esistevano l’etrusco e il mesapico, di cui ancora oggi sembrano sussistere documenti a testimonianza di ciò. Gli oschi, i sabini e i tuscolani sono dialetti che derivano da queste lingue vernacolari.

Nella linguistica generale, un vernacolo si contrappone a una lingua franca, una lingua di terzi in cui possono comunicare persone che parlano dialetti diversi che altrimenti non potrebbero comprendere. Ad esempio, nell’Europa occidentale fino al XVII secolo la maggior parte delle opere accademiche furono scritte in latino, che rappresentava la lingua franca.

Le opere scritte in lingue romanze sono in volgare come La Divina Commedia, il Cantar de Mio Cid e la Chanson de Roland tutti esempi della prima letteratura volgare rispettivamente scritti in italiano, spagnolo e francese. In Europa, il latino è stato largamente utilizzato in sostituzione delle lingue vernacolari in diverse forme fino al 1701 a.c., nella sua ultima fase come Nuovo latino.