Quando si vuole intraprendere una professione di un certo tipo, occorre conoscere tutti i dettagli del caso per non lasciare nulla in secondo piano. Nel caso del procacciatore d’affari, si entra in contatto con un ruolo che si prefigge di concludere un contratto a totale beneficio del preponente, al fine di incrementarne la clientela. Attraverso competenze di varia natura, come le conoscenze relative al settore in cui opera e l’abilità nei rapporti interpersonali, trova e segnala opportunità commerciali e potenziali clienti, interessati ai prodotti o ai servizi offerti dal preponente, che può essere una persona fisica o una società.

Cosa fa il procacciatore di affari?

L’attività del procacciatore d’affari consiste nel mettere in contatto due parti al fine di promuovere la conclusione di un accordo commerciale. Per svolgere il tutto in modo efficace, il procacciatore deve ricevere un incarico, solitamente tramite lettera, dal preponente. Una volta ricevuto l’incarico, il procacciatore d’affari dovrà proporre ai potenziali clienti, i prodotti o i servizi del preponente. Qualora gli stessi mostrassero il medesimo interesse, il procacciatore provvederà a formulare una proposta contrattuale, da inviare al preponente il quale potrà acconsentire o meno alla proposta. Qualora essa venisse accettata, il contratto sarà perfezionato ed il preponente potrà effettuare personalmente le trattative con i clienti, mentre al procacciatore spetterà il compenso per l’attività svolta.

Come si diventa procacciatore d’affari?

Per effettuare l’attività di procacciatore di affari non occorre possedere determinati requisiti, uno specifico titolo di studio o un riconoscimento attraverso un esame statale abilitante. Inoltre, a differenza di altre figure, come quella dell’agente di commercio che deve vantare caratteristiche soprattutto morali, il procacciatore può fare a meno di questo aspetto.

Per diventare procacciatore d’affari, occorre fare una differenza: il procacciatore d’affari che svolge la sua professione in maniera continuativa, oppure che tratta beni immobili ed aziende anche in via occasionale, deve essere iscritto all’elenco dei mediatori, altrimenti non avrà diritto al pagamento della provvigione. Invece, il procacciatore d’affari che svolge la sua attività in modo occasionale non deve sottoporsi ad alcuna iscrizione, soprattutto quando la sua attività interessa in primis i beni immobili.

Quanto guadagna il procacciatore d’affari?

Al procacciatore d’affari spetta la provvigione per ogni singolo affare procurato al preponente, liquidata in base ad accordi presi in precedenza con quest’ultimo. Solitamente, questa parte viene erogata solo sui patti contrattuali conclusi in maniera positiva con il preponente che si è impegnato ad erogare il pagamento integrale dell’importo pattuito. Le percentuali del procacciatore d’affari occasionale relative alle provvigioni devono essere integrate con ritenuta d’acconto per poi finire nella dichiarazioni dei redditi escludendo quelle che sono le spese sostenute in corso d’opera dal professionista.

Per lavorare come procacciatore d’affari occasionale, non è necessario aprire la Partita IVA purché non si superi un certo limite reddituale; se invece l’attività è svolta in modo professionale e continuativo, il procacciatore dovrà obbligatoriamente aprire la Partita IVA. Inoltre, il procacciatore d’affari continuativo iscritto alla camera di commercio e detentore di regolare partita IVA può detrarre una somma per l’acquisto di beni e servizi utili alla sua attività.