Gli appassionati di film polizieschi conoscono bene ciò che avviene all’interno dei laboratori di analisi per scoprire i colpevoli di un crimine e gli strumenti necessari per risolvere il caso. Il medico deve esaminare i sintomi del paziente, indagare sullo stile di vita, sulle esperienze e capire così la causa della patologia.

Per potere confermare la sua diagnosi il medico dispone di numerose tecnologie che utilizzano strumenti all’avanguardia, frutto della ricerca scientifica degli ultimi anni tra cui lo “spettrometro di massa”.

A cosa serve il metodo Maldi TOF?

Per controllare il rischio di contaminazione del cibo ad esempio, da parte di agenti patogeni che possono provocare gravi reazioni sui consumatori è necessario ricorrere a tecniche moderne che possano confermare e identificare tutte le tipologie.

A tal proposito viene utilizzato il metodo Maldi TOF che si è rivelato un ottimo alleato nella lotta contro le infezioni microbiche di vario genere. Grazie allo spettrometro di massa è possibile al giorno d’oggi identificare con precisione il tipo e il ceppo del microrganismo responsabile di una determinata patologia, prelevando un campione di di sangue, urine o fluido cerebrospinale e sottoponendolo a un esame spettrometrico.

Come funziona il metodo Maldi TOF?

La spettrometria di massa MALDI-TOF è più veloce rispetto ai metodi microbiologici tradizionali e sembra essere in grado di identificare in modo più accurato l’eventuale presenza di agenti patogeni alimentari. Un raggio laser divide le proteine dei microrganismi, in base alla propria massa per poi passare alla misurazione tramite un rilevatore che ne identifica le caratteristiche.

Questi consentono una precisa identificazione di un particolare microrganismo che viene confrontato in appositi database. Lo spettro ottenuto viene quindi, confrontato con quelli presenti nel database per identificare tutti i microrganismi eventualmente presenti. Lo spettro rappresenta l’impronta digitale delle biomolecole che costituiscono il microrganismo.

Questa tecnica è stata autorizzata nel 2013 dall’FDA per l’utilizzo nella pratica clinica affinché si potessero identificare i microrganismi patogeni responsabili delle infezioni più diffuse. Lo spettrometro è quindi, arrivato negli ospedali di molti paesi come Stati Uniti, entrando a fare parte delle tecniche analitiche diagnostiche vicino a quelle tradizionali, che tuttora vengono utilizzate sempre meno. L’analisi con lo spettrometro sembra avere numerosi vantaggi come la rapidità con cui si possono ottenere i risultati, in circa mezz’ora contro i 2-3 giorni richiesti dalle tradizionali tecniche.

Maldi TOF è un acronimo e significa “Matrix assisted laser desorption/ionization time of flight”. Di fatti esistono diversi tipi di spettrometria di massa che differiscono tra loro per pochi aspetti.

In quali campi può essere applicata questa tecnica?

Lo spettrometro è uno strumento molto versatile che può analizzare una vasta gamma di campioni. Grazie ad esso si possono identificare tutte le specie di microrganismi responsabili delle più diffuse patologie infettive:

  • batteri aerobi e anaerobi;
  • lieviti;
  • micobatteri;
  • virus;
  • molecole tipiche come tossine o anticorpi.

L’unico limite di questa tecnica è dato dalla disponibilità nei database internazionali degli operatori sanitari dello spettro necessario per effettuare il confronto. Essendo però, una metodologia in uso già da diversi anni, in tutti i laboratori di ricerca del mondo per le peculiarità delle strutture molecolari ha conosciuto una crescita notevole e quindi il rischio è davvero minimo.

Per fortuna, stanno sempre più sorgendo nuovi centri specializzati nella creazione di interi database di spettri molecolari e i più moderni strumenti Maldi TOF consentono di creare un proprio database personale da condividere online con gli operatori sanitari, aziende ospedaliere e centri di ricerca.

La conoscenza dell’agente patogeno responsabile dell’infezione è fondamentale affinché il medico possa scegliere il trattamento terapeutico più efficace a cui sottoporre il proprio paziente. Grazie all’applicazione di questa tecnica numerosi studi medici hanno potuto dimostrare un aumento consapevole della scelta di mirate terapie farmacologiche a cui sono stati sottoposti i pazienti e una riduzione considerevole dell’uso improprio di antibiotici.