Sebbene siamo ancora lontani dai numeri degli USA o complessivi dell’Unione Europea, anche la nostra penisola si è pronunciata per il futuro. In aumento le start-up coinvolte nell’high-tech e i finanziamenti alle stesse.

Questa fine 2019 ha visto una maggiore partecipazione anche da parte dei player esteri al mercato italiano: insomma, un crescente interesse che promette bene per gli anni a venire.

I numeri dell’Osservatorio Startup High-tech

L’Osservatorio Startup High-tech, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e in collaborazione con Italia Startup, ha pubblicato i dati relativi agli ultimi anni di questo settore. Come dicevamo, sono risultati più che positivi.

Nel 2019, infatti, il settore ha visto finanziamenti complessivi per oltre 694 milioni di euro: si tratta di un eccellente traguardo per un settore estremamente giovane nella nostra penisola. Basti tener conto che nel 2017 tali finanziamenti ammontavano a 261 milioni e, nel 2018, a 593 milioni di euro.

In pratica una crescita vertiginosa che promette un progressivo svecchiamento del settore lavorativo italiano, andando ad incentivare imprese giovani e moderne che si stacchino dai vecchi valori manageriali e impostino una linea più progressista e flessibile al settore high-tech italiano.

Dei finanziamenti che sono affluiti nel settore, il 50%, circa, proviene da attori formali, ovvero da venture capital indipendenti, corporate venture capital aziendali, governmental venture capital o finanziarie regionali.

Il restante 50%, invece, proviene da player esteri. Rispetto agli anni precedenti si è assistito ad una minore presenza degli USA, passati dal 72,73% degli investimenti nel 2018 ad appena il 41%.

Il vuoto segnato dagli Stati Uniti è stato, tuttavia, riempito dall’Unione Europea, con il 46,4% dei finanziamenti, contro il 23,36% dell’anno precedente, e dalla Cina, che ha partecipato con il 11,6%, di contro al 3,77% del 2018.

Un interesse, dunque, che ha dimostrato di essere indipendente dal supporto statunitense e che, ormai, è capace di attrarre capitali anche da altri paesi.

NVP: una start-up siciliana a Piazza Affari

Esempio della crescita del settore è la siciliana NVP, che si occupa di produzioni televisive. L’azienda ha debuttato giovedì 5 dicembre 2019 a Piazza Affari, con una Offerta Pubblica Iniziale (IPO) di 10,2 milioni di euro.

Al momento della registrazione il flottante è del 36,72% mentre la capitalizzazione dell’azienda arriva a 27,3 milioni di euro.

In occasione dell’IPO, Massimo Pintabona, Amministratore Delegato della NVP, ha dichiarato: «La fiducia che ci è stata riconosciuta dagli investitori sia italiani sia esteri è indice di quanto siano stati apprezzati gli sforzi effettuati negli ultimi anni– aggiungendo- Per noi la quotazione rappresenta un nuovo punto di partenza del nostro percorso di crescita: attraverso il continuo impegno nello sviluppo tecnologico intendiamo accrescere la nostra leadership italiana ed europea»

Una azienda, dunque, che punta ad una crescita ben al di là del territorio nazionale.

Questo tipo di attività è esattamente quello a cui puntano i finanziamenti delle startup high-tech: aziende che svecchino il settore e siano sufficientemente ambiziose dal diventare in poco tempo indipendenti dai finanziamenti e fare il proprio ingresso nel mercato internazionale.

Investire in high-tech: eToro

Il finanziamento delle startup non è il solo esempio del rinnovato interesse degli italiani per il settore tecnologico: anche gli investitori si stanno accorgendo di questo settore con prospettive di crescita veramente interessanti.

Non a caso piattaforme che si concentrano sul settore dell’high-tech, come eToro stanno vedendo particolare fortuna tra gli investitori della Penisola. La motivazione è semplice: se si considera il deposito minimo con eToro, ottimizzato per un’operatività high-tech, con migliaia di titoli del settore tra cui poter scegliere, vien da sé che gli italiani ne siano attratti.

Investire in high-tech e operare con eToro sono prossime, ormai, a divenire sinonimi.