La pandemia di Coronavirus ha accelerato e continua ad accelerare la digitalizzazione dei servizi, un fenomeno che ha interessato in modo considerevole anche il settore dell’intrattenimento.

Secondo il report Media & Entertainment di Mediobanca, dopo un discreto calo nel 2019, i ricavi degli operatori TV hanno continuato a ridursi anche nei primi nove mesi del 2020, con una perdita di fatturato di quasi il 10%.

Invece è in crescita lo streaming, in grado di mettere a segno nello stesso periodo un incremento a doppia cifra, con un deciso aumento del numero di abbonamenti. Secondo il gestore patrimoniale internazionale Robeco, i principali player sono Netflix, Amazon Prime Video, Apple TV, Hulu, Disney+, HBO Max e NBC Universal Peacock, con un aumento del 23% dei servizi di streaming video nel 2020, seguito dai contenuti audio in salita del 12% e di quelli legati al gaming superiori dell’11% rispetto al 2019.

Il futuro dell’intrattenimento si preannuncia sempre più digitale, grazie all’offerta che nel 2021 sarà più ampia e variegata, con una maggiore scelta per i consumatori. In un mercato così competitivo, è allora fondamentale scegliere il servizio giusto, cercando di individuare le piattaforme streaming che meglio rispondono alle proprie esigenze.

Per farlo, è possibile avvalersi del supporto di apposite realtà di consulenza online come MeglioQuesto, piattaforma specializzata nel fornire assistenza agli utenti in modo etico e trasparente.

Il mercato dello streaming e l’offerta degli operatori

La crisi sanitaria ha spinto con forza lo spostamento di utenti dai servizi televisivi classici allo streaming digitale audio e video. Si tratta di un ambito conosciuto come settore OTT, ovvero Over The Top, in quanto i contenuti vengono proposti online e non attraverso i canali tradizionali, ad esempio il satellitare o il digitale terrestre.

In questo comparto classico gli operatori principali in Italia sono sostanzialmente tre, Sky, Mediaset e Rai, mentre nell’ambito SVOD (Subscription Video On Demand) dei servizi di abbonamento on demand le compagnie più importanti sono Netflix, Amazon, Disney e Apple.

Secondo le stime di Digital TV Research, entro il 2025 il mercato dei servizi on demand in abbonamento raddoppierà su scala globale, passando entro i prossimi 4 anni dagli attuali 48 miliardi di dollari a quasi 100 miliardi dollari.

Per gli esperti il boom dello streaming è dovuto a diversi aspetti, tra cui la convenienza del servizio, la maggiore fruibilità dei contenuti online e l’eccellente esperienza utente fornita da queste piattaforme, senza dimenticare la qualità dei contenuti proposti.

Nel 2021 è attesa l’apertura della sede italiana di Netflix a Roma, un’operazione che rafforzerà la presenza del gigante americano nel nostro Paese.

L’azienda della Scotts Valley ha superato i 200 milioni di utenti nel mondo, inoltre gli ottimi risultati finanziari consentiranno a Netflix di produrre da sola tutti i contenuti originali previsti per quest’anno, senza ricorrere a fondi esterni, acquisendo quindi una forte autonomia sul mercato.

Tuttavia la concorrenza sta aumentando, considerando che Disney+ conta già quasi 95 milioni di abbonati nel primo anno di lancio, oltre al valore fornito dalla forza globale del brand della casa di Topolino.

Anche Amazon Prime Video lancia la sfida a Netflix, forte dell’ecosistema di servizi legati all’abbonamento Prime, insieme a HBO Max, Peacock e Discovery+. Intanto Apple TV+ prova a tenere il passo, aumentando il periodo di prova gratuito, inoltre ha da poco nominato JP Richards ex di Warner Bros come nuovo responsabile film marketing.

Le prospettive dello streaming nei prossimi anni

La streaming war in corso, come viene ormai chiamata oltreoceano, fa prevedere anni intensi per gli operatori del settore, per conquistarsi una posizione di rilievo e consolidare la presenza in un mercato che viene stimato come uno dei più dinamici in questo momento.

Per i consumatori si tratta senza dubbio di un aspetto positivo, in quanto una maggiore concorrenza significa anche prezzi convenienti e abbonamenti più accessibili, tuttavia l’elevata offerta e le tante novità rischiano di creare molta confusione.

I player si stanno muovendo verso l’integrazione dei servizi, creando partnership strategiche e aumentando la proposta di contenuti multimediali sempre più multicanale, ad esempio con Amazon che fornisce Prime Video nell’abbonamento Prime insieme a Prime Music, Prime Reading e alle consegne veloci e gratuite. Lo stesso sta facendo anche HBO Max, con un prezzo mensile tra i più alti ma che include anche le offerte di contenuti di altri operatori come A&T.

Nel nostro Paese la competizione è ancora più stratificata, infatti oltre alle compagnie globali ci sono anche i player locali, in primis Mediaset, Rai e Sky Italia, con le varie piattaforme digitali come Now TV, Sky Go e DAZN.

Inoltre, non mancano le collaborazioni anche con aziende di altri settori affini, tra cui quelle con Fastweb e Tim, con il comparto dello streaming che si sta muovendo sempre di più verso la proposta di piattaforme omnicanale, con un abbonamento che offre l’accesso a tantissimi tipi di servizi diversi, da valutare con grande attenzione per sottoscrivere l’opzione più vantaggiosa e adatta alle proprie esigenze.