Le stampanti in origine erano viste come apparecchi ingombranti, ma soprattutto non erano inserite in un livello domestico essendo considerate come qualcosa di adatto solo alle cartolerie o agli uffici. Il passare degli anni e l’evoluzione della tecnologia hanno reso le stampanti oggetti che ormai sono presenti in quasi tutte le abitazioni e di cui tanta gente non può fare più a meno.
Le stampanti ormai permettono di poter stampare in tempi rapidi e senza fili tutti i documenti di cui abbiamo bisogno, senza andare alla ricerca della prima cartoleria aperta o del primo negozio che ancora fa questo tipo di servizio. Senza dubbio una comodità che rende la vita di tutti i giorni (soprattutto quello che ne è l’aspetto pratico) molto più funzionale.
A chiunque, infatti, è capitato di avere il bisogno di stampare un documento o di fare una fotocopia, ma anche di stampare un disegno da colorare per intrattenere i più piccoli. Come detto, in ogni casa c’è ormai una stampante che però per funzionare in modo efficace necessita di attenzioni e di essere innanzitutto sempre munita delle giuste ricariche e ovviamente di sufficiente carta.
I refill delle stampanti: quanti tipi di cartucce esistono?
Come indica il nome, con il termine refill si indica la ricarica per stampanti. La ricarica, come si può facilmente immaginare, è fondamentale per il corretto funzionamento della stampante visto che al proprio interno è contenuto l’inchiostro che ci permetterà di avere delle stampe perfette.
Il mondo delle cartucce è davvero ampio e, come accade per qualunque cosa, c’è una vasta gamma di prodotti studiati per accontentare le esigenze di tutti. La prima distinzione che si deve obbligatoriamente fare è quella tra toner refill, toner rebuilt e toner newbuilt.
Toner Refill
In questa categoria ci sono quei toner che vengono ricaricati con della nuova polvere colorata. In questo caso il serbatoio viene riutilizzato (quindi riciclato), motivo per cui viene anche definito come un metodo che strizza l’occhio anche alla sostenibilità.
Il punto a sfavore però di questo tipo di toner è che, a lungo andare, possono usurarsi in maniera eccessiva fino a danneggiare le stampe quando il serbatoio è ormai in esaurimento (con la tipica banda laterale nella stampa).
Toner Rebuilt
Il produttore in questo caso è chiamato a revisionare il serbatoio prima della ricarica. Se le parti risulteranno molto danneggiate e usurate dovrà necessariamente ripararle (se possibile) o comunque sostituirle con delle nuove componenti.
Quando si acquista un toner di questo tipo possiamo trovarci a che fare con un prodotto di qualità molto simile all’originale, ma questo dipenderà in gran parte da quello che è stato il livello della riparazione che ha effettuato il produttore.
Toner Newbuilt
Come si può intuire dal nome in questo caso ci troviamo davanti a serbatoi completamente nuovi. Un prodotto quindi nuovo di fabbrica che, nella maggior parte dei casi, è stato costruito da aziende diverse da quella che ha fabbricato la stampante che abbiamo deciso di acquistare. Anche la parte di ricarica del serbatoio, molto spesso, è affidata a un’azienda ancora estranea.
Acquistando prodotti di questo tipo si annulla ovviamente il rischio di incorrere in prodotti danneggiati o revisionati male, ma molto dipende dal livello e dalla qualità del prodotto che può avere differenti fasce di prezzo.
I refill delle stampanti: quando cambiarle?
La domanda che più si fanno tutti coloro che stanno per acquistare una cartuccia è senza dubbio relativa a quella che è la durata. Quando vanno cambiati i refill?
Dare una risposta che possa accontentare tutti è praticamente impossibile visto che, infatti, esistono diversi modelli di refill e ognuno ha i suoi tempi di consumo. Molto dipende da quelle che sono le condizioni in cui viene mantenuta la propria stampante a partire da quelle che sono le situazioni che possiamo definire climatiche.
Se manteniamo la stampante (e di conseguenza la cartuccia) in un luogo riparato dalla luce del sole, senza eccessivi sbalzi di temperatura e al chiuso l’inchiostro può durare a lungo. È importante infatti sottolineare che l’inchiostro non ha una scadenza, ma la sua durata più o meno lunga dipende dai fattori esterni come quelli appena indicati.
Si può riassumere dicendo che non c’è una regola fissa su quello che è il momento per cambiare le cartucce della stampante, ma questo dipende da quanto si stampa e da quella che è la manutenzione del nostro strumento.