Pochi giorni fa è scaduta la miniproroga che ha prolungato fino a metà dicembre 2021 la cosiddetta rottamazione ter delle cartelle Equitalia. Il provvedimento ha portato alla cancellazione di bolli, tasse e multe non pagate per importi fino a 5.000 euro e ne hanno potuto beneficiare i soggetti che nel 2019 hanno registrato un reddito imponibile non superiore ai 30.000 euro. Nonostante questo, la situazione resta molto complessa a causa di quelli che vengono etichettati come debitori seriali.

L’Agenzia delle Entrate e Riscossione ha da poco dichiarato che sono più di sette milioni i contribuenti a cui ogni anno viene inviata una cartella perché non hanno pagato quelle che hanno ricevuto nei periodi precedenti. È vero che la maggioranza dei debiti riguarda importi che non vanno oltre i mille euro, ma si parla comunque di numeri importanti: in tutto sono circa 80 miliardi, di cui quasi il 70% relativi a questioni di natura fiscale.

L’eterno scontro tra Agenzia delle Entrate Riscossione ed i debitori seriali

C’è un dato che esprime al massimo il concetto di serialità dei debitori: il 90% degli otto milioni di contribuenti a cui sono state inviate le cartelle Equitalia risulta essere recidivo. In alcuni casi il recupero delle somme è particolarmente complicato per via delle condizioni soggettive del contribuente, ma ci sono anche situazioni eclatanti, con soggetti che hanno debiti pregressi che vanno oltre i 50.000 euro. Anche per questo motivo si sta pensando di creare un sistema di riscossione specifico per i debitori seriali, in modo da non intralciare quella che è l’attività di recupero ordinaria.

Bisogna poi aggiungere che ci sono delle particolari situazioni in cui è possibile non pagare i debiti notificati dall’ADER. Come viene spiegato in questa guida di Usciredaidebiti.it si tratta di casi limite, in cui la salvaguardia di alcuni diritti inviolabili dei contribuenti prevale sulla posizione debitoria. Quando si verificano determinate condizioni è quindi possibile richiedere la prescrizione o l’invalidità della cartella: scopriamo quali sono queste condizioni.

È possibile non pagare le cartelle Equitalia?

Quando un contribuente non salda il suo debito, la pubblica amministrazione cerca inizialmente di recuperare le somme in modo bonario. Segue l’invio del ruolo, che di fatto dà il via al recupero delle somme. Se entro tre anni non è possibile effettuarla perché il contribuente risulta essere irreperibile o nullatenente, l’agente della riscossione incaricato invia una relazione all’ente creditore, che può procedere con la cancellazione del ruolo.

La legge prevede che non è possibile iscrivere a ruolo i crediti che riguardano tributi locali, regionali ed erariali che non superano i 30 euro. È previsto anche un limite massimo, che viene stabilito in base a quella che è la reale condizione reddituale del debitore. Per evitare situazioni di sovraindebitamento, il giudice dopo aver analizzato il singolo caso per stabilire la capacità del contribuente di estinguere il debito.

Gli eredi che accettano l’eredità di un defunto sono tenuti a rispondere anche dei suoi debiti. Tuttavia, in alcune condizioni gli eredi possono evitare di pagare la cartella di pagamento; questo può avvenire quando la notifica della cartella non viene eseguita nel modo giusto. si rinuncia all’eredità o si accetta l’eredità con beneficio di inventario. Infine bisogna fare un accenno alla prescrizione delle cartelle Equitalia: i termini per la prescrizione variano in base al tipo di sanzione o di tributo e possono andare dai tre ai dieci anni.

La situazione attuale in Italia

Tutte le situazioni indicate nel paragrafo precedente, insieme ad altre, rappresentano dei limiti per quella che è l’attività di recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione. Sono ostacoli che, come afferma l’Agenzia stessa, in altri paesi europei sono molto meno evidenti. Inoltre, visto che una buona parte delle cartelle è legata ad avvisi di accertamento, le tempistiche si allungano perché è necessario appurare che le somme contestate ed iscritte a ruolo siano fondate.

Chiudiamo con un po’ di numeri: su 8 milioni di contribuenti che ricevono una cartella di pagamento, 7,2 milioni sono recidivi e molti di loro hanno debiti pregressi particolarmente alti, rendendo il recupero ancora più complicato. Degli 80 miliardi complessivi che sono in ballo ogni anno, 55,5 sono relativi a contestazioni fiscali, suddivise tra avvisi di accertamento non pagati (58%) e avvisi di liquidazione per imposte non versate (38,4%).