Ottenere visibilità online scalando il posizionamento nei motori di ricerca è oggi fondamentale per chiunque desideri sfruttare le potenzialità del web al fine di far crescere la propria attività, raggiungere nuovi clienti e fidelizzare quelli già acquisiti. Per riuscirvi è possibile ricorrere a svariate pratiche SEO on page, on site e off site.

Tra queste ultime rientra anche la link building, la quale può essere messa in atto sia ricorrendo a strategie etiche e trasparenti, definite di White Hat, sia ad altre in contrasto con le linee guida dettate dai motori di ricerca, dette di Black Hat. Sebbene sia facile farsi tentare da queste ultime, spesso più semplici e rapide da applicare, è importante fare molta attenzione ed essere consapevoli delle reali implicazioni e dei problemi che potrebbero causare, come la perdita di posizioni in SERP.

Per ottenere risultati duraturi è preferibile utilizzare solo tecniche di white hat, preferibilmente ricorrendo alla consulenza di agenzie specializzate che siano in grado di studiare una strategia di link building efficace, completa, ma soprattutto etica e a prova di penalizzazioni. Dunque, se vuoi evitare di correre rischi inutili e scoprire subito i servizi messi a disposizione dai professionisti del settore, visita il sito di Elemaca; se invece desideri saperne di più sulle pratiche di SEO black hat e, in particolare su quelle che riguardano la link building, e capire perché è meglio starne lontani, continua la lettura del nostro articolo.

Cosa vuol dire black hat SEO

Quando si parla di “Black Hat SEO” si fa riferimento alle pratiche di ottimizzazione poche etiche. Detto in modo più semplice, si tratta di strategie che cercano di manipolare il posizionamento dei siti web nelle SERP ricorrendo a pratiche che possono essere poco trasparenti.

La principale finalità di queste pratiche è quella di ottenere un rapido aumento dal PageRank e, di conseguenza, un miglioramento del posizionamento del sito web.

Sebbene a breve termine siano persino in grado di offrire risultati rapidi, il prezzo da pagare può essere piuttosto salato e, nel momento in cui un motore di ricerca rileva la pratica scorretta, possono portare conseguenze anche piuttosto gravi, come penalizzazioni seguite da un rapido calo della reputazione e da una perdita di visibilità del sito, del blog o dell’e-commerce incriminato.

Pratiche comuni di Black Hat SEO nella Link Building

Una tra le tecniche di link building black hat da cui è preferibile tenersi lontani è la creazione di link nascosti, ovvero l’inserimento di link invisibili all’interno di un testo, di una pagina o di un codice sorgente

Anche l’impiego di PBN, Private Blog Network, dei network di siti pensati esclusivamente per creare collegamenti in entrata verso uno specifico spazio virtuale, è una pratica Black Hat SEO molto comune.