Aldebaran è la stella più luminosa della costellazione del Toro ed è anche conosciuta con il nome “Occhio del Toro”. Il nome Aldebaran è di origine araba, che significa “Il seguace” in quanto, sembra seguire l’ammasso stellare delle Iadi che costituisce la testa del Toro.

La stella è leggermente più massiccia del nostro Sole e più vecchia, che si prepara a fondere il suo leggero nucleo in particelle più pesanti, un fattore comune a queste tipologie di stelle. Possiede una temperatura di circa 3700°C, è di colore rosso e simile a Marte. Vediamo insieme quali sono le caratteristiche di questa costellazione.

Storia di Alderaban e mitologia

Alderaban è la stella più conosciuta dell’astronomia cinese, romana e indù. La costellazione del Toro è infatti, una delle più antiche le cui osservazioni risalgono all’età del bronzo. Alderaban si trova a 65 anni luce di distanza dalla Terra, e rappresenta la 14esima stella più luminosa del cielo.

Nell’antichità il simbolo del toro era il più utilizzato, in quanto rappresentava fertilità e abbondanza. Fin dall’antico Egitto venne fatto uso di questo animale, tanto che Osiride assumeva le sembianze del Dio Toro e veniva identificato proprio con questa costellazione.

La sorella Iside, veniva raffigurata con corna di vacca intorno a un disco lunare, che evocava il tipico simbolo geroglifico del toro in cui un sole con sopra una mezza luna con le punte rivolte verso l’alto, era incastonato tra le corna dell’animale. Il Sole e la Luna simboleggiano l’unione tra il maschio e la femmina, e racchiudono l’idea della fertilità.

Nella mitologia greca, il Toro è visibile sotto varie forme come nel mito che narra l’unione tra Zeus ed Europa, da cui nacque Minosse. Il Dio dopo avere visto la ragazza raccogliere dei fiori vicino la spiaggia, si trasformò in un toro bianco per confondersi tra i buoi del padre di Europa. La donna attratta dalla diversità di quel toro, gli montò sul dorso e venne condotta contro volontà sull’isola di Creta dove gli rivelò la sua vera identità.

Europa diventò la prima regina di Creta e suo figlio Minosse, nato da questa unione, divenne il successore. Proprio Minosse è legato al secondo mito del Toro. Per dimostrare di essere degno successore pregò Poseidone affinché gli inviasse un toro per sacrificio.

Quando però decide di non sacrificarlo per la bellezza dell’animale, il dio si arrabbiò e fece in modo che il Toro si innamorasse della moglie di Minosse. Dall’unione nacque il Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro che per la sua cattiveria venne rinchiuso nel labirinto di Cnosso.

Costellazione del Toro: ammasso stellare intorno Aldebaran

Gli astronomi utilizzano raramente stelle luminose come guida per comprendere meglio altri oggetti. La costellazione del Toro collocata tra Ariete e Gemelli, rappresenta una tra le più antiche e facili da individuare. Nell’antichità è proprio vicino la costellazione che il Sole si posizionava nel giorno dell’equinozio di primavera.

La forma che assume questa costellazione lascia intuire il motivo per cui fin dai tempi antichi l’uomo l’abbia battezzata in questo modo, poiché possiede un muso nel quale si trova l’occhio dell’animale, ovvero Aldebaran la stella più luminosa della costellazione che termina con le corna del Toro, ovvero due ramificazioni di stelle.

La costellazione del Toro è visibile da tutta la Terra nonostante sia una caratteristica dell’emisfero boreale. I cieli settentrionali del pianeta, in inverno, permettono di vedere questo gruppo di stelle, in particolare da ottobre ad aprile.

Anche se Aldebaran viene ricordata come appartenente all’ammasso si tratta solamente di un equivoco di prospettiva. La stella è molto vicina alla Terra, si colloca precisamente a metà strada tra la Terra e l’ammasso stellare delle Iadi ed essendo la più brillante, in direzione dell’ammasso stellare viene indicata come la più luminosa tra le stelle che costituiscono l’ammasso.

Secondo gli esperti lo strumento più idoneo per l’osservazione di questo ammasso stellare situato intorno ad Aldebaran è il binocolo. Per l’ampia estensione dell’ammasso stellare uno strumento più potente permetterebbe un’osservazione parziale, a differenza del binocolo che offre un’unica visuale.

L’ammasso stellare raccolto attorno alla stella più luminosa è conosciuto fin dai tempi antichi con il nome di Iadi, un nome già noto nella mitologia greca che indicava le ninfe nate dall’unione di Atlante, il titano condannato a portare sulle spalle la Terra e di Etra.