Sotto un certo punto di vista la Cucina è molto, molto vicina alla Storia: entrambe infatti sono fatte, spesso e volentieri, di corsi e di ricorsi. Prendiamo in prestito le celebri riflessioni di Giambattista Vico per provare a raccontare come, in diverse tradizioni enogastronomiche, determinati ingredienti e/o pietanze vivano momenti di grandissimo utilizzo per poi tornare più o meno nel dimenticatoio. Nessun verdetto va però considerato come definitivo: basta infatti che il tempo faccia il suo corso per assistere a nuove “resurrezioni” di alimenti che credevamo desueti, se non addirittura dimenticati. Ecco, nell’articolo di oggi punteremo la nostra lente di ingrandimento proprio su un prodotto semi-sconosciuto fino a qualche anno fa, che però sta catalizzando nuovo interesse su di sé nell’ultimo periodo. Nello specifico parleremo di una particolare specie nota con il nome di Abalone. Il mollusco di mare torna in auge in tanti piatti e ricette, andiamo a scoprire quali.

Che cosa è l’abalone e qual è il suo habitat?

Prendiamo spunto dall’articolo pubblicato da IlMonteAnalogo.it in cui è spiegato molto bene cosa sono gli abaloni: “L’abalone è un mollusco marino, il cui nome reale è Aliotide, ma che è comunemente noto anche come orecchia di mare”. Come è facilmente intuibile, stiamo parlando di un mollusco a conchiglia rigida, che respira grazie a delle branche ed espelle acqua grazie a fori; un mollusco che varia dai 2,5 ai 30 centimetri di dimensioni e di cui si cibano diversi animali tra cui pesci e granchi, ma anche uccelli marini e lontre di mare. L’abalone è erbivoro, il suo ciclo di vita si muove tra i 2 ed i 3 anni (a seconda del sesso) ed è diffuso in diverse parti del mondo: è infatti possibile trovarlo lungo le coste dell’Africa, dell’Australia e della Nuova Zelanda, ma anche lungo quelle di alcune isole del Pacifico, quelle dell’America settentrionale, quelle del Mediterraneo e quelle delle isole della Manica.

Come e dove gustare l’abalone

Come anticipato in precedenza, oggi l’abalone è una materia prima particolarmente richiesta dal mercato dell’alta ristorazione e possiamo considerarlo a tutti gli effetti sdoganato in tantissimi ristoranti stellati di tutta Europa. Volendo stringere la nostra ricerca all’Italia possiamo ad esempio dire che questo delizioso mollusco è stato a lungo nella carta del ristorante MAIO di Milano ed al Kreisos di Telese Terme. Cucinare l’abalone è però un’impresa tutt’altro che semplice, visto che la sua carne tende ad indurirsi con molta facilità: non a caso viene spesso mangiato a crudo dopo essere stato tagliato in fettine molto sottili. Chiunque voglia cimentarsi in una preparazione più complessa di questo mollusco marino si trova invece di fronte a due strade diametralmente opposte: può infatti optare per una scottatura rapidissima o, al contrario, per una cottura particolarmente lenta, caratterizzata da una fiamma che più bassa non si può.

Una ricetta famosa in tutto il mondo

Una delle ricette più semplici e note a base di abalone arriva direttamente dalla California. Per prepararlo è necessario marinare 4 abaloni puliti per circa 15 minuti all’interno di una salsa da preparare con 2 uova e 2 cucchiai di whiskey. I molluschi vanno quindi impanati nel pane grattato e fritti fino a doratura. Il prodotto finito viene servito con un’insalata a base di misticanza e condito con creme/salse agli agrumi (in alternativa vanno benissimo anche delle semplici fette di limone).